Il Purgatorio
La seconda cantica ha la forma di una solenne celebrazione religiosa fatta di preghiere (il Padre nostro dei superbi), di canti (il Miserere degli assassinati), di prediche con exempla, di processioni, di prodigi e visioni soprannaturali, e naturalmente di penitenze. Dante si pone il problema di come l'anima dell'uomo (tutta impastata di materialità, di passioni, legata al tempo breve della vita) possa raggiungere la perfezione di una spiritualità eterna. Risponde a sé ed ai lettori che c'è un aspro percorso in un regno di mezzo, in cui l'umile accettazione delle verità rivelate e una solenne liturgia condurranno alla salvezza.
Dante compose verosimilmente la cantica entro il 1313, data della morte dell'imperatore Arrigo VII, identificato con il DUX del Canto XXXIII, dunque dal 1308 al 1313, negli anni dell'esilio in Toscana.
E la Toscana, con i paesaggi e i conoscenti, con i ricordi e le invettive, sarà ben presente in tutta il Purgatorio.