Il Purgatorio


Quando è nata l'idea del Purgatorio? Lo storico francese Jacques Le Goff afferma che, tra il II e il IV secolo, il Cristianesimo si mise a riflettere sulla situazione delle anime tra la morte individuale e il giudizio finale.

I grandi Padri della Chiesa - Ambrogio, Gerolamo e Agostino - ritenevano che le anime di alcuni peccatori potevano essere forse salvate dalla pena eterna probabilmente subendo una prova.

Sino alla fine del sec. XII la parola purgatorium non esiste come sostantivo. Tra il 1150 e il 1250 si insedia nella cristianità occidentale la credenza in un aldilà intermedio in cui alcuni defunti subiscono una prova che può essere abbreviata dai suffragi dei viventi.

Credere nel Purgatorio implica che si creda nell'immortalità, nella resurrezione, nel giudizio dei morti e, in questo caso, in un doppio giudizio: al momento della morte e alla fine dei tempi.

Tale giudizio è; legato all'idea della responsabilità individuale e del libero arbitrio, al formarsi della categoria del peccato veniale, cioé perdonabile e al chiarimento dei rapporti tra anima e corpo per cui le anime furono dotate di una materialità sui generis, e le pene del Purgatorio poterono cosè tormentarle in modo corporale.

Le parti dottrinali riguardanti il libero arbitrio e gli stadi successivi dell'anima vengono esposte da Marco Lombardo. (Purg.16, 67 - 78) e in Purg.25, 31 - 90.


Dal punto di vista spaziale il Purgatorio si insinua e si estende tra Paradiso ed Inferno e propenderà infine verso il Paradiso; non ha l'eternità degli altri due regni, ma obbedisce a regole diverse da quelle terrestri: fa dunque parte di quell'immaginario medievale che si definisce "meraviglioso". Poiché tuttavia implica un concetto di "intermedio" dalle profonde valenze logico-matematiche si collega anche alle grandi mutazioni della società che dal XIII secolo non più costituita solo da potenti e da poveri, da chierici e da laici, ma anche dal "terzo ordine" e da classi medie.

Ed è proprio questo il pubblico a cui è dedicato il Convivio, banchetto di cultura per "qualunque è per cura familiare o civile ne la umana fame rimaso, e ad una mensa con li altri simili impediti si assetti; e a li loro piedi si pongano quelli che per pigrizia si sono stati, che non sono degni di più alto sedere: e questi e quelli prendano la mia vivanda col pane che la farà loro e gustare e patire". (Convivio, I, 1)

Scienza per quanti sono attivi, curiosi, di buona condizione economica, ma che non conoscono il latino: è lo stesso pubblico della Commedia, che Dante inizia a comporre interrompendo il precedente trattato.


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