Arnaut Daniel - Trovatori - Stilnovo

introduzione


Dal secolo XI al XIV in Francia, accanto all'epopea delle Canzoni di gesta e alla narrativa della materia classica o bretone, si sviluppò l'arte squisita dei trovatori provenzali.

Tra essi spiccano il duca d'Aquitania, Guglielmo IX (1071-1126), il popolano Marcabrun e il suo contemporaneo Jaufré Rudel, cantore dell'amore lontano, l'aristocratico Raimbaut d'Aurenga, il sentimentale Bernard de Ventadorn e inoltre Giraut di Bornelh, Bertran de Born e infine Arnaut Daniel, maestro di stile.

In Francia si erano sviluppate due lingue: d'oc a mezzogiorno e d'oil a settentrione, ciascuna con una propria letteratura.

Ne era ben consapevole Dante che, nel trattato latino “De vulgari eloquentia” (1305) dice che l'originaria unità linguistica dell'umanità era andata perduta in seguito alla confusione babelica delle lingue. Da allora in Europa si erano distinte tre diverse varietà: a nord il germanico, a sud il greco, a mezzogiorno tre volgari dalla chiara origine comune: d'oc, d'oil, del sì.

I trovatori trovarono ospitalità nelle corti d'Europa e di una quarantina di loro è attestato il passaggio al di qua delle Alpi: Pietro d'Alvernia e Rambaldo poetarono anche in volgare italiano, Sordello e Lanfranco Cigala, italiani, composero in provenzale.

I loro versi, accompagnati dalla musica in canzoni, sirventesi, canti di crociata o romanze, trattano vari temi, con una disciplina formale ed una stilizzazione tali da dar vita ad un vero e proprio modello culturale.

L'amore innanzitutto, devoto e nobilitante; la primavera e il luogo ameno, cornice alla bellezza della dama; il tono giullaresco per cantare le prodezze delle armi, il buon cibo e le gioie dell'amore; il pregio e la liberalità dei cavalieri, opposti alla viltà e alla sordida avarizia.

citazione

Purg.26, 115 - 117


Arnaut Daniel (seconda metà del sec. XII). Nel Canto 26,115-117 tra i lussuriosi Guinizelli lo presenta come “il miglior fabbro del parlar materno”, superiore a Giraut de Bornelh (“quel di Lemosì”) come gli stilnovisti sono riconosciuti superiori a Guittone.

Nei versi 139-147 lo fa parlare in provenzale, unico esempio di alloglossi in tutto il poema.

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