Le severe parole di Marco Lombardo riecheggiano i concetti espressi nel libro III, 15 del trattato latino De monarchia. Esso venne composto nel 1313, dopo che fallì il tentativo compiuto da Arrigo VII di restaurare l'impero con una spedizione in Italia.
Per Dante l'impero germanico, erede dell'impero di Roma, è monarchia legittima, ma il sogno di un impero universale, al tempo delle rivalità comunali e delle monarchie nazionali si rivela un'utopia.
Il trattato nasce anche dalla polemica contro la politica papale disegnata nelle bolle di Innocenzo III e di Bonifacio VIII.
Purg.16, 85 - 111
“Due fini ha posto l'ineffabile Provvidenza dinanzi all'uomo come mete da raggiungere: la felicità di questa vita... e la beatitudine della vita eterna.
A queste beatitudini, come a termini diversi, bisogna giungere con mezzi diversi ....
Tuttavia la cupidigia umana farebbe dimenticare mete e mezzi se gli uomini, come cavalli erranti in preda alla loro bestialità, non fossero raffrenati nel loro cammino terreno “con la briglia e il morso”. Per questo l'uomo ebbe bisogno di due guide in vista del suo duplice fine: il sommo Pontefice che, seguendo le verità rivelate,guidasse il genere umano alla vita eterna e l'Imperatore che,seguendo invece gli insegnamenti della filosofia, lo indirizzasse alla felicità temporale.”